martedì 30 dicembre 2008

Ciro: Liceo Musicale, quale modello?

Salve a tutti,
come promesso torno sul problema Liceo Musicale.

Ho letto i vari interventi, e sono andato a guardare il modello segnalato da Pietro.

Tra i vari interventi mi ha attirato l'attenzione quello di Daniele, che prima ha fatto un lungo escursus delle ipotesi indicando quelle preferibili (in modo tra l'altro per me condivisibile) e poi però, si è giustamente chiesto se esistono le condizioni per realizzare quelle ipotesi.

Vorrei quindi chiarire che il mio intervento si colloca nel campo del possibile e non dell'auspicabile.
Io non ho dubbi cha sarebbe necessario l'inserimento della formazione musicale in tutte le scuole di ordine e grado, ma so anche che in questo momento non solo non viene prevista questa possibilità, ma la riforma nel modello Gelmini prevede la sua totale cancellazione nelle superiori, persino nelle ex magistrali.

Quindi quando mi riferisco ai Licei Musicali non propongo quello che a me piacerebbe ma quello che ritengo utile e possibile nell'attuale situazione.

Credo che l'impianto della Riforma delle Superiori sia nel complesso delineata, a me non piace, ma a parte qualche piccolo aggiustamento (su cui molti si stanno attivando almeno per introdurre la Musica nei licei, si veda in proposito l'appello del FORUM per l'educazione musicale), non sussistano grandi spazi di manovra.
Semprechè questo ministro e questo governo restino in carica. Io non me lo auguro, ma francamente non vedo grosse novità all'orizzonte.

Stando così le cose, i Licei Musicali sono uno degli indirizzi previsti dalla riforma ed il loro impianto mi sembra nel complesso soddisfacente. Credo anche che sia corretto prevedere che l'area delle discipline di indirizzo sia sostanzialmente pari a quello degli altri Licei, si può disquisire sull'opportunità o meno di qualche ora e molto resta da fare sul fronte ordinamentale. Vedi in particolare il reclutamento del personale (fronte sul quale resta molto da fare non solo e non tanto per stabilire i titoli di accesso ma soprattuto per definire le modalità di formazione degli organici, quale elasticità dare al modello soprattutto per gli strumenti minori, quanto prevedere in organico di diritto con cattedre stabili e quanto rendere invece flessibile con assegnazione di organico di fatto, e la più chiara definizione della disciplina esecuzione e interpretazione per la quale è indispensabile chiarire le modalità applicative dell'insegnamento strumentale ed il rapporto alunni/docente in relazione ai singoli strumenti).

Io mi permetto di suggerire che sarebbe più opportuno concentrare la nostra attenzione su questi aspetti non ancora definiti perchè mi sembra evidente che comunque l'Indirizzo Musicale nei Licei sarà un corso, o più si spera, all'interno di un istituto che avrà anche altri indirizzi. Si tratta di capire se riteniamo che l'impianto così come risulta delineato nella bozza di regolamento sia da buttare, sapendo che però questo significa rinviare per chissà quanti anni l'avvio dei Licei Musicali o cercare di intervenire per migliorarne gli aspetti che ho evidenziato. Per ovvie questioni finanziarie, a partire dalla parte riguardante l'insegnamento strumentale, perchè che le materie teoriche possano essere svolte in formazioni di classe mi sembra fuori discussione.

Tra l'altro direi che con l'applicazione del modello con 12 ore di indirizzo ed una corposa presenza dell'attività strumentale (4 ore) si sgombri facilmente il campo dalla possibile confusione con possibili progetti d'istituto ed anche con forme che possano preludere alla secondarizzazione dei Conservatori attraverso Convenzioni che tendano a far rientrare dalla finestra il doppio percorso di studi che molti hanno sperimentato frequentando contemporaneamente un Secondaria ed i Conservatori.

Ovviamente è solo un'opinione e capisco che altri possano pensarla diversamente.

Il tempo però ormai e poco ed avremo presto la possibilità di verificare come andrà a finire.

A presto,
Ciro.

domenica 21 dicembre 2008

Lonero sui licei

Scusate, ma credo che la soluzione di questi problemi sia nel
differenziare i percorsi, un po' come nei corsi di nuoto: chi fa i
corsi per imparare a nuotare e divertirsi nell'acqua di mari, laghi
e... fiumi e chi invece nuota, allenandosi per molte ore al giorno,
nell'ambito delle societa' sportive, preparandosi per le gare
provinciali, le regionali, le nazionali, gli europei e le olimpiadi.

In sostanza si devono individuare due percorsi:
1) uno idoneo a chi non fara' della musica la sua vita ed il suo
mestiere, istituendo i licei ad indirizzo musicale, esattamente sul
modello vincente ed efficace (sottolineo vincente ed efficace) delle
medie ad indirizzo musicale: pochi strumenti (4 o 8), insegnanti se
vogliamo un po' "tuttologi" (dopo qualche anno, se vuole, uno impara,
prevedendo sistematici corsi di aggiornamento, anche a dirigere e a
preparare il materiale per la musica d'insieme) ed introducendo anche
al liceo l'insegnante di musica come alle medie: quindi
istituzionalizzando in tutti i licei la figura del docente di musica e
almeno un corso ad indirizzo musicale (dico nei licei, ma l'ideale
sarebbe in tutte le scuole superiori: perche' uno che fara' il
metalmeccanico non dovrebbe godere di diritto dei benefici che genera
l'esposizione alla musica "colta"?)

2) un percorso idoneo a chi dimostrera' propensione per gli studi
finalizzati al professionismo, che prevedano un numero necessariamente
limitato di Licei Musicali e Coreutici, nell'ambito regionale (al pari
che ne so degli alberghieri), che adempiano alle funzioni ed ai compiti
che dovrebbero essere abbandonati dagli attuali Conservatori che invece
diverrebbero universita' a tempo pieno. In questo tipo di istituti
bisognerebbe certo risolvere le problematiche evidenziate da Mario
Piatti, ma ne' piu' ne' meno come andavano o dovrebbero essere
affrontate negli attuali conservatori. Un numero di gran lunga ridotto
(rispetto ai licei ad indirizzo musicale) di questi istituti
giustificherebbe un corpo docente piu'... corposo, che soddisfi
richieste formativo-disciplinari piu' capillari.
In un indirizzo musicale cio' sarebbe inconcepibile sia per il carico
di docenti, sia per il carico orario su alunni che vogliono suonare a
mero scopo "culturale", e poco motivati ad approfondire aspetti troppo
specifici.

L'opzione per l'uno o l'altro percorso si dovrebbe effettuare nel corso
della scuola media (da cio' ne deriverebbe la gravosa responsabilita'
per i docenti di questa fascia di istruzione - cioe' noi - di
convogliare ed orientare i vari alunni verso il percorso a loro piu'
idoneo)


Questo per quanto riguarda cio' che e' "a valle" delle medie ad
indirizzo musicale.

Ovviamente, tutte le scuole medie di media grandezza (anche piu' di una
per distretto) dovrebbero avere almeno una sezione di strumento
musicale.

Per quel che e' "a monte" invece:

3) introduzione istituzionalizzata nella scuola dell'infanzia di
percorsi propedeutici alla musica, tenuti da docenti specializzatisi
nelle scuole di didattica prevedendo almeno una figura specialistica
per ciascun istituto.

4-A) introduzione istituzionalizzata nella scuola primaria di I grado
di percorsi propedeutici per la musica, tenuti da docenti
specializzatisi nelle scuole di didattica
4-B) istituzione di corsi di propedeutica strumentale basati sul
modello (ripeto vincente ed efficace) delle medie affidati a docenti
specializzati in didattica dello strumento.

5) Per tutto quello che riguarda tutto cio' che e' a monte, a valle ed
in pianura :-), diffusione capillare, in ogni ordine e grado
dell'istruzione, della pratica corale della tradizione storica
(evitando possibilmente le canzoni del festival di sanremo e simili,
che non hanno bisogno di essere diffuse e promosse).

6) Istituzione di cori, di orchestre, di brassband universitarie,
prevedendo dei fondi specifici nei bilanci degli atenei per coloro che
le organizzano e dirigono (diplomati o laureati in direzione
d'orchestra e di coro)

Questi secondo me i punti essenziali da attuare per avviare una riforma
seria degli studi musicali nel nostro paese.
Bisognerebbe partire con progetti pilota ed incrementare man mano le
varie realta', ma non lasciandole al caso e alla benevolenza (o
merce') di sindacati e csa come accade per le medie ad indirizzo
musicale, bensi con un piano programmati di introduzioni per
specificato.
Tale piano potrebbe avere un finestra temporale attuativa ventennale
(tempi piu' brevi mi sembrano irrelastici)

Inutile dire che ci vorrebbero soldi e la volonta' di spenderli bene.

Dubito pero' che l'attuale classe politica, sbracata e arruffona,
riesca ad avere il profilo culturale, morale ed istituzionale (in
sostanza "le palle", la voglia, la lungimiranza) per concepire,
accettare, promuovere ed attuare una riforma di siffatta portata.
Dubito anche che molti consiglieri e consigliori del nostro settore,
soprattuto quelli che bazzicano nel sottobosco dei ministeri, riescano
a non cadere nell'italica tentazione di tirare acqua al proprio mulino
se non peggio.

Comunque noi tutti dovremmo sforzarci di supportare un'idea del genere,
senza divisioni interne e contemperando le varie spinte ed esigenze
fino ad arrivare, "sfruttando" le migliori competenze del
Coordinamento, del Codim, della Siem, delle Scuole di Didattica, dei
Conservatori e di tutti coloro che vorranno portare un contributo, a
formulare una vera e propria proposta di legge.
"Se la legge non ce la fanno, ce la facciamo da soli" dovrebbe essere
il motto.
E poi spingere su tutti i referenti politici possibili affinche'
supportino tale iniziativa, pubblicizzando quelli a favore e
sputtanando a tappeto queli contrari.

Questa sarebbe una sfida colossale... Musicisti-avvocati fatevi avanti
anche voi.

Colgo l'occasione per augurare a tutti buone feste

PS. Tra le tante stupidaggini da correggere da noi in Italia (visto il
clima):
l'anno didattico dovrebbe coincidere con l'anno solare (sic!), con la
scuola che inizia il 15 gennaio e finisce il 15 dicembre, con
sospensione delle lezioni nei mesi caldi (luglio e agosto), con pronta
ripresa a settembre e stretta finale per gli esami nei mesi freschi:
pensate ad un diploma di violino o di composizione (con le sue belle
prove da 36 ore!) ma anche ad un esame di maturita' fatti nel mese di
novembre o dicembre e non a luglio con 40 gradi all'ombra.
Ne deriverebbero solo benefici e nessuna controindicazione (se ci
pensate bene su). Io l'ho sperimentato personalmente in una scuola in
passato. Funziona alla grande.
Ma questa e' un'altra storia...

Daniele Lonero

Bel messaggio del Villani!

Gentili colleghi,
Pietro Blumetti ha scritto 1l 13 Dicembre, fra l'altro:
(Rileggete con pazienza, per favore)
[cito testualmente]
"L’idea e la struttura del liceo musicale è stata decisa da molto tempo,
ed in modo, a mio avviso, completamente sbagliato e contrario
alla logica della legge 508/99.

Infatti la suddetta legge aveva “giustamente” trasformato i conservatori in
“Istituti superiori di studi musicali”;

ma il grande rischio dell’applicazione di tale riforma era proprio
quello di elevare solo alcuni conservatori al rango di istituti universitari

ed abbassare tutti gli altri conservatori a (più economici) “licei musicali”

Questo “bel progetto” si chiamava “secondarizzazione dei conservatori”
ed è ancora molto diffuso sia tra molti politici (che risparmiano!)
che tra alcuni “grandi musicisti” ormai affermati
(chiusi nelle loro meravigliose torri d’avorio ed indifferenti al vuoto che
li circonda).

è un progetto talmente diffuso da essere quello del liceo musicale e
coreutico scelto sostanzialmente da tutti i governi successivi alla legge
508/99, compreso quello attuale:
un liceo dove un ragazzo studia musica per 12 ore alla settimana; in
sostanza un nuovo “vecchio” piccolo conservatorio.

In teoria qualsiasi musicista non potrebbe che gioire per tale scelta;
ma un musicista deve anche confrontarsi con la reltà in cui vive; e porsi
allora due fondamentali domande:

1- quanti saranno, e dove saranno istituiti i licei musicali e coreutici nel
nostro paese?

2- quanti ragazzi vi si iscriveranno, motivati dalle loro famiglie e in
virtù delle opportunità che offre il mercato del lavoro collegato alla
musica ed alla cultura musicale?

Anche in relazione alle risposte che ci siamo dati (logicamente quanto mai
pessimistiche e desolanti) gli aderenti al Codim, considerano sbagliato ed
anacronistico un tale “progetto”.

Anche per questo il Codim è radicalmente a favore dell’indirizzo musicale da
poter inserire in ogni liceo (classico, scientifico, linguistico, ecc.).

Il Codim perciò non è che un ulteriore organismo rappresentativo di una
parte di docenti che concordano su delle precise proposte da porre
all’attenzione di chi governa la scuola; "
etc.

Vorrei esprimere la mia. A me personalmente, questa proposta di innescare il liceo musicale negli attuali licei, partendo da quelli più connaturati per annessi culturali alla musica, quali Licei Classici e Scentifici, Linguistici... similmente come le Medie a Indirizzo, da potenziare in numero e capillarità sul territorio, è una proposta sensata e vicina alla realtà, una idea possibile.
SE no questi Licei Musicali da dove nascerebbero?
Stiamo coi piedi per terra, immaginate voi nuovi edifici in Italia, costruiti "ad hoc" quando le scuole italiane cadono a pezzi? (Con conseguenze pure drammatiche, come abbiamo visto).
Dove i Conservatori sono affidati strutturalmente a cure palliative, compresi gloriosi palazzetti d'epoca?
Io penso: che i Conservatori restino tali, perchè declassarli' ?(sai che parapiglia tra i blasonati ex-docenti, giustamente no?) ; che i Licei si avviino su quelli esistenti,inglobando almeno una parte, mi auguro, delle migliaia di studenti che le medie a indirizzo licenziano ogni anno e che sanno suonare a livelli buoni il loro strumento, aprendo certo anche a nuovi iscritti che mostrino con test di ingresso una preparazione di base equivalente alle medie.
Cosa si cui si può discutere, perchè un quattordicenne può anche essere iniziato a suonare ad un'età non più tenera, e recuperare il "tempo perduto" se ben seguito, almeno su certi strumenti.
Infine che solo pochi Conservatori Superiori, opportunamente selezionati nella penisola, diciamo una dozzina, abbiano facoltà di laureare i bienni superiori,oltre ai trienni, snellendo il lavoro dei conservatori più piccoli, che si potrebbero concentrare sui trienni e allargare l'offerta formativa con nuovi indirizzi, dalla laurea di tecnico-audio a quella di informatico musicale.
Voglio anche gettare un sassolino nello stagno della domanda fatidica: CHi insegnerà nei Licei Musicali?
A mio avviso, per logica, andrebbero in qualche modo reclutati coloro che sono in possesso del biennio superiore.
Ma è solo una illazione, non si irriti nessuno.
SE no, ecco fioccare nuove abilitazioni di cui il Codim giustamente dice ne abbiamo piene le tasche.
SE sai insegnare, da diplomato, laureato, abilitato... a un ragazzino di 12 anni, puoi farlo con uno di 17. Credo sia più facile, anzi si comincia a fare un po' di vera musica.
I biennalisti hanno però mostrato buona volontà, quantomeno, sottoponendosi a 40-50 anni a ulteriori esami, a suon di euro, e del tutto in buona fede, in quanto questi Bienni nessuno ha mai detto come fossero spendibili.
Forse così, con buona pace di altri.
Cordiali saluti a tutti.
Luca Villani

giovedì 18 dicembre 2008

REGOLAMENTO 18 dicembre 2008

Articolo 5 – Scuola secondaria di I grado
1. L’orario annuale obbligatorio delle lezioni nella scuola secondaria di I grado è di complessive 990 ore, corrispondente a 29 ore settimanali, più 33 ore annuali da destinare ad attività di approfondimento riferita agli insegnamenti di materie letterarie. Nel tempo prolungato il monte ore è determinato mediamente in 36 ore settimanali elevabili fino a 40 comprensive delle ore destinate agli insegnamenti e alle attività e al tempo dedicato alla mensa. Gli orari di cui ai periodi precedenti sono comprensivi della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all’insegnamento della religione cattolica in conformità all’Accordo modificativo al Concordato lateranense e relativo Protocollo addizionale, reso esecutivo con legge 25 marzo 1985, n. 121, ed alle conseguenti intese.
2. I piani di studio, in coerenza con gli obiettivi generali del processo formativo della scuola secondaria di I grado, sono funzionali alle conoscenze e alle competenze da acquisire da parte degli alunni in relazione alle diversità individuali, comprese quelle derivanti da disabilità.
3. Con apposito decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, avente natura non regolamentare, si procede alla definizione delle classi di concorso e di abilitazione secondo criteri di flessibilità nell’utilizzo del personale anche al fine di facilitarne l’impiego.
4. Le classi a “tempo prolungato” sono autorizzate nei limiti della dotazione organica assegnata a ciascuna provincia e tenendo conto delle esigenze formative globalmente accertate, per un orario settimanale di insegnamenti e attività da un minimo di 36 ore ad un massimo di 40 ore. Le classi a “tempo prolungato” si attivano su richiesta delle famiglie e nel limite del numero dei posti attivati complessivamente per l’anno scolastico 2008/2009. Ulteriori incrementi di posti per le stesse finalità sono attivati, in sede di definizione degli organici, sulla base di economie realizzate.
5. Le classi funzionanti a “tempo prolungato” sono ricondotte all’orario normale in mancanza di servizi e strutture idonei a consentire lo svolgimento obbligatorio di attività in fasce orarie pomeridiane e nella impossibilità di garantire il funzionamento di un corso intero a tempo prolungato.
6. Il quadro orario settimanale delle discipline e le classi di concorso per gli insegnamenti della scuola secondaria di I grado, definiti tenendo conto dei nuovi piani di studio, è così determinato, fatto salvo quanto previsto dall’art. 4, comma 2, del D.P.R. 275 del 1999:
Italiano, Storia, Geografia 9
Attività di approfondimento in materie letterarie1
Matematica e Scienze 6
Tecnologia 2
Inglese 3
Seconda lingua comunitaria 2
Arte e immagine 2
Scienze motorie e sportive 2
Musica 2
Religione cattolica 1
7. L’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”, previsto dall’art. 1 del decreto legge n 137 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 169 del 2008, è inserito nell’area disciplinare storico-geografica.
8. I corsi ad indirizzo musicale, già ricondotti ad ordinamento dalla legge 3 marzo 1999, n. 124, si svolgono oltre l’orario obbligatorio delle lezioni di cui al primo periodo del comma 1 del presente articolo. Le indicazioni relative all’insegnamento della musica per valorizzarne l’apprendimento pratico, anche con l’ausilio di laboratori musicali, nei limiti delle risorse esistenti, sono definite con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca avente natura non regolamentare. Con il medesimo provvedimento sono fissati i criteri per l’eventuale riconoscimento dei percorsi formativi extracurricolari realizzati dalle scuole secondarie di primo grado nel rispetto del decreto del Ministro della pubblica istruzione 6 agosto 1999, n. 201, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 6 ottobre 1999, per la loro equiparazione a quelli previsti dall’art. 11, comma 9, della legge 3 maggio 1999 n. 124.
9. Il quadro orario settimanale delle discipline per gli insegnamenti della scuola secondaria di I grado a tempo prolungato è così determinato fatto salvo quanto previsto dall’art. 4, comma 2, del D.P.R. 275 del 1999:
Italiano, Storia, Geografia 15
Matematica e Scienze 9
Tecnologia 2
Inglese 3
Seconda lingua comunitaria 2
Arte e immagine 2
Scienze motorie e sportive 2
Musica 2
Religione cattolica 1
Approfondimenti a scelta delle scuole nelle discipline presenti nel quadro orario 1 o 2

lunedì 15 dicembre 2008

Pietro in risposta a Ciro

caro Ciro,
permettimi di precisare quello che mi attribuisci

naturalmente, sono certo in buona fede,

(mi rendo conto, ora ancora più, di come sia difficile trovare il tempo per
seguire e rispondere alle lettere di tanti colleghi!)

1- non ho mai scritto ne pensato che si debba inserire lo studio
in ogni istituto superiore; lo troverei assurdo (anche se bellissimo!)

ho scritto
(perchè, come sai, lo penso da molo tempo)
che ogni ragazzo che scelga un qualsiasi liceo
debba aver la possibilità di imparare

"anche" a suonare uno strumento musicale
e studiare
"anche" la musica;

2- tutti i governi che si sono succeduti alla legge di riforma
dei conservatori 508/99 non hanno fatto nulla di meglio
e ne di diverso di quello che sembra voler fare l'attuale governo.

è infatti una oggettiva reltà che
chiunque abbia governato il comparto scuola

(oltre alle solite profonde riflessioni
di illuminate personalità chiamate a raccolta per risolvere
il problema dell'educazione musicale)

in sostanza ha dato vita solo a:

- una serie di abilitazioni riservate;

in cui però nessuno di noi è stato mai minimamente selezionato in relazione
alle
principale qualità che dovrebbe contraddistinguere chi insegni a suonare:

capacità esecutive - conoscenza di un adeguato repertorio - facilità di
lettura musicale
(nessuno di noi ha dovuto realmente suonare!)

- nuove abilitazioni acquisite (a caro prezzo) frequentando nuovi
faticosissimi corsi universitari,
spesso caratterizzati dai piano di studi alquanto generici
(per inserirsi in graduatorie stracolme senza preoccuparsi di creare le
condizioni per garantire un
minimo sbocco professionale a tali nuovi abilitati);

- un formale elevamento del "livello in uscita" dei corsi musicali
svolti in conservatorio;
un "3+2" che rimane totalmente privo di reale significato
in quanto ancora collegato al tradizionale corso del vecchio ordinamento

(che rimane pienamente vigente nei conservatori "riformati?").

ribadisco che si tratta di un elevamento qualitativo spesso esclusivamente
formale, perchè basterebbe frequentare tanti di questi conservatori per
accorgersi
della reale situazione in cui tentano di sopravvivere.


-lo svilimento del nostro glorioso titolo di studio;
il più glorioso riconoscimento accademico per tutti i musicisti!

ma qui i politici hanno avuto una gran fretta:
con un "urgente" decreto legge hanno deciso
che valeva solo un ipotetica laurea biennale

(ipotetica perchè nessuna ancora sa veramente cosa bisogna sapere per
ottenerla)

e che per ottenere nuovamente il massimo titolo accademico
degno di un completo musicista, dovevamo tutti tornare a studiare 2 anni!

(nessuno si è chiesto però come fosse possibile migliorare la propria
preparazione
ristudiando con i medesimi professori di sempre, e che avevano il nostro
inadeguato titolo di studi e dunque le nostre identiche gravi lacune!)

caro Ciro forse il problema delle orchestre che non trovano
adeguati strumentisti deriva proprio dall'attuale livello
di assenza totale di cultura musicale:
prima mi sembra non solo che ci fossero più orchestre
ma che in italia ci fossero molti più musicisti, e molti di questi
preparatissimi.

anche io credo ci fosse molto da migliorare!

ma ritengo che per migliorare
non si possa distruggere quello che c'era di buono
senza costruire nulla di meglio in alternativa!

per quanto concerne il reclutamento del personale dei licei,
questo è tutt'altra questione:

ma prima strutturiamo un corso di studi che presupponga la necessità
di tanti docenti;
poi studieremo chi dovrà logivamente ed in base a diritti ormai acquisiti,
insegnarvi!

non credi?

ciao

pietro blumetti

Ciro sui Licei

Salve a tutti,
vedo con piacere che la discussione continua ad arricchirsi di contenuti ed ipotesi, impossibile riprenderli tutti.

Solo Licei o anche Strumento nelle Superiori.
Come sottolineava Mario, anch'io non sarei contrario al fatto che si studi uno strumento in tutte le superiori, ma considero questo altro e soprattutto faccio fatica ad impostare questo discorso nel momento in cui la riforma Gelmini elimina anche la Musica da tutti gli indirizzi di Scuola Superiore. Resta che sul piano teorico le due cose non sono in alternativa.

Quale modello per il Liceo Musicale.
Pietro dice che come CODIM stanno elaborando un impianto che consenta l'inserimento di varie discipline nell'ipotetico corso ad Indirizzo Musicale a cui pensa, quindi aspetto di poter vedere quell'impianto per capire in cosa differisce dal modello elaborato ai tempi della Moratti, per poter esprimere un giudizio.
Resta però che l'obiettivo non può essere quello di dover garantire il mantenimento dei livelli pre-riforma. Il tutto nasce dalla necessità di migliorare il sistema formativo. L'arricchimento della base culturale generale dell'area musicale ha anche questo dichiarato obiettivo ed io da anni affermo che non si tratta di un cambiamento di facciata ma di una profonda revisione imposta dalla necessità di migliorare, e di molto, i livelli in uscita. E' vero che il futuro prevede un ampliamento delle professioni musicali, ma è anche vero che quando l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano fa un bando per cercare un violinista, il posto non viene assegnato perchè nessuno dei candidati risulta idoneo. Quindi non possiamo certo ritenerci soddisfatti degli attuali livelli in uscita.

Quale reclutamento
Rossella faceva notare che pur essendo corretto sul piano teorico tenere fuori la questione, questa poi entra nelle discussione dalla finestra. Cerco quindi di chiarire il mio pensiero. Concordo che la questione sia fortemente intrecciata con il modello di riforma, ma dobbiamo essere chiari e distinguere le discussioni sull'opportunità per il sistema dalle convenienze dell'amministrazione scolastica così come quelle personali.
Se si tratta di evitare che banalmente si cerchi di riciclare eventuale personale in esubero nei Conservatori nei Licei, mi sono già espresso varie volte in proposito e ritengo tale possibilità un dramma. Non possiamo, per correttezza, negare che sarebbe altrettanto scorretto nascondere che il modello non deve neppure essere piegato alle nostre esigenze personali e quindi il mio giudizio non deve partire dalla valutazione della possibilità di poter accedere a quei posti per me.
La questione può essere anche affrontata congiuntamente, del resto se l'impianto è di fatto definito dovremmo essere a quel punto della discussione, ma partendo dal valutare quali dovrebbero essere le competenze ed i titoli di accesso per gli specifici insegnamenti previsti, al fine di garantire un elevato standard qualitativo di quelle discipline.
E' chiaro che invece se si pensa di rimettere in discussione l'impianto non ci si può chiedere chi deve insegnare non si sa cosa.

Mi spiace che Pietro abbia considerato la mia lettera "alquanto confusa". Mi sembra che dagli altri interventi, invece, sia emersa adesione o contrarietà ma non incomprensione.

Europa
Vorrei rassicurare Marco che non sto evitando la sua richiesta di confronto con l'Europa. Il fatto è che, per prima cosa, non ritengo di essere un esperto nel settore e quindi faccio fatica a mettermi nel ruolo di chi dovrebbe delucidare gli altri. Inoltre credo che si tratti di una questione di enorme rilevanza ma esterna a questa discussione in quanto l'esperienza delle SMIM nel nostro Paese ha portato all'inserimento dell'avviamento alla pratica strumentale nell'ambito della struttura scolastica mentre la maggior parte delle esperienze esistenti all'estero si pone sul piano di una rete di strutture (spesso di carattere comunae e/o regionale) che fungono da supporto al sistema formativo scolastico. Qualcosa di simile a quanto temuto da Pietro, cioè. E' però vero che un confronto con il sistema di formazione europeo risulta indispensabile visto che ormai a breve i titoli di studio dovranno avere termini e aspetti comuni.

A presto,
Ciro.

venerdì 12 dicembre 2008

Ma Ciro non concorda...

Ciao Rossella,
a dire il vero io non credo che le posizioni siano molto simili.
Sul piano terorico e delle aspirazioni è facile trovare un punto comune. Il problema nasce nel momento in cui si passa a cercare le modalità con cui si possono realizzare le proposte.

Il documento del Coordinamento era stato stilato nel tentativo di spingere alcuni esponenti politici ad appoggiare la richiesta di dare maggiore diffusione alle SMIM attraverso la possibilità di una loro capillare diffusione sul territorio e, analogamente di muoversi per quel che concerne i Licei Musicali, soppesando ogni parola negli aspetti tecnici (riferimento all'organico provinciale come metro di misura della diffusione).

Il punto che approfondirei ora è proprio cosa intendiamo per "Licei Musicali?" e perchè mentre nel documento si era giunti ad una posizione che avevamo concordato si ritiene ora di dover avere una nuova posizione, qual è la novità?
Direi che meglio di me potrebbe delinearla Pietro, ma io espongo la mia impressione e la mia opinione in proposito.

Partiamo col chiarire il punto di vista dell'analisi. Stiamo parlando della struttura scolastica. Il che vuol dire, programmi, edifici ordinamento didattico ecc... , altro sarebbe se parlassimo per es. di reclutamento del personale (cosa che separerei nettamente nella discussione).

I Licei Musicali non è che possiamo inventarci noi cosa sono, esiste una vasta letteratura in proposito e, al di la delle limature che ogni ministro a dato loro, sono uno degli indirizzi scolastici della scuola superiore in cui l'area di indirizzo è per l'appunto quella musicale.
Se di ciò stiamo parlando, sarà bene tener presente che per fare anche una piccola modifica si tratta di intervenire sulla riforma della scuola superiore non di far emanare una nota o qualcosa di simile.
Detto che è ben difficile capire cosa abbia in mente (ammesso che abbia in mente qualcosa) la nostra cara ministra e che l'apporto alla discussione delle forze politiche e sindacali è decisamente scarso, di fatto la notizia di ieri del rinvio di un anno dell'applicazione per le superiori ci permette quantomeno di affrontare la cosa con un minimo di riflessione (ricordando innanzitutto che nel percorso scolastico generale la musica sembra sia stata tolta totalmente, ne approfitto per invitare tutti a sostenere i relativi documenti di protesta).

Se pensiamo al fatto che l'Indirizzo Liceale a cui si iscrive un alunno possa essere accolto in una struttura di altri istituti superiori, direi che al momento sarà difficile che avvenga diversamente. Si, la dizione corretta dovrebbe essere "coreutico e musicale", troppo spesso lo omettiamo, sottintendendo con ciò che in linea di principio potrebbe trattarsi di un settore scolastico che ha caratteristiche tali da dover richiedere apposite strutture, ma se teniamo conto che in un paio di giorni in questo Paese ci si è dimenticati, come niente fosse, che un alunno è morto in un'aula perchè gli è caduta in testa la scuola e che tutte le scuole non sono a norma è chiaro che questo aspetto rientra tra i sogni, o gli incubi per chi non ne condivide il disegno.

Di fatto quindi l'attivazione dei Licei Musicali al momento si delinea come l'avvio, all'interno degli istituti che intendessero attivarlo, di un corso tra gli altri presenti nella scuola, più o meno con le modalità redatte dalla commissione che si era occupata della loro stesura ai tempi della Moratti. Se di questo stiamo parlando, io non me la sentirei di chiedere di non attivarli e anzi avrei preferito che non ci fosse (solo per questo punto) il rinvio dell'applicazione della riforma e che fosse dato modo agli istituti che intendevano attivarlo di poterlo fare. Chi ha seguito la cosa sa che sono molti gli istituti che si stanno attivando in tal senso e che ci sarebbe stata un'esplosione di richieste molto simile a quanto accaduto per le SMIM nel periodo della sperimentazione.

La mia impressione è che invece la posizione di Pietro non sia questa, altrimente semplicemente non sarebbe necessario ne un nuovo organismo che rappresenti questa istanza ne altro, basterebbe dire che il numero degli aderenti al Coordinamento che sostengono quel documento è aumentato, stamparne copia ed inviarlo a tutti i referenti politici con cui si è in contatto.

A presto,
Ciro.

giovedì 11 dicembre 2008

Grande Rossella

Grazie Ciro per le varie indicazioni.

Allora, sempre mossa dal mio desiderio di capire rifaccio il punto della
situazione (per come la sto capendo io) ripartendo da una lettura dei
documenti che hai indicato.
Tra l'altro, per molti saranno cose chiare e conosciute già da anni, per
quel che mi riguarda ammetto invece che sto approfondendo la questione solo
ora: non si può essere dei tuttologi e ho dovuto occuparmi d'altro nel
periodo in cui il dibattito era "fervente"...
Avevo peraltro una vaga memoria di questo documento sui licei musicali e del

contributo di Pietro alla questione: evidentemente qualcosa era
effettivamente già passato sulla lista del coordinamento e forse anche su
questa lista.

Comunque l'ho riletto (il documento che hai indicato sul sito del
Coordinamento) e devo dire che l'unica cosa che riesco a dedurne, rispetto
al piccolo paragrafo che si riferisce ai licei musicali, è che la richiesta
di istiuzione di una classe di concorso A078 lascia presupporre
l'inserimento di insegnamenti strumentali nei licei (o istituti superiori)
in generale, che verrebbero in tal modo a definirsi come "licei musicali".
Ho capito giusto o non ho capito niente...?? Stando così le cose, mi sembra
quindi di capire che il modello delle SMIM si riproporrebbe anche negli
studi superiori. Ossia: stante un percorso di studi superiori "x" , si
inserirebbe all'interno di questo (qualunque esso sia) il corso di strumento

(classe di concorso A078). Questo corrisponde infatti a ciò che si legge
anche sul sito del Codim.

Questo comunque è qualcosa che indica soluzioni molto diverse a quelle
previste dalla riforma Moratti che prevedeva, invece, l'istituzione di un
"Liceo Musicale" specifico e che, almeno nella dicitura, appare ripreso
anche dal Decreto Gelmini.

Sono comunque andata a leggermi anche gli atti del Convegno di Rimini a
proposito dei Licei Musicali che riportava il significativo titolo: "Musica
+ Liceo = Liceo Musicale?".

Bene, alla domanda retorica c'è una sola risposta. Di quegli atti ho
trovato particolarmente interessante quello di Paolo Russo
(http://www.siem-online.it/atti/convegni/convegno04/russo.htm) : dalle sue
osservazioni si riesce a immaginare una prospettiva di liceo musicale molto
interessante e che potrebbe davvero costituire la premessa ottimale per
studi conservatoriali superiori e anche per studi musicologici.

Il rovescio della medaglia dell'istituzione di un liceo musicale specifico è

quello che paventa Pietro, ossia una scuola specialistica (col rischio
effettivo che venga impostata in senso prevalenemtente "tecnicistico") che
relega musica e musicisti nel solito ghetto, sempre più spopolato - (ipotesi

pessimistica con la quale ho comunque già detto di concordare).

D'altronde, ragionando un attimo in termini ideali (dimenticandoci il
desolante scenario scolastico e istituzionale italiano, presente e futuro),
un Liceo Musicale ben realizzato sarebbe un ottimo progetto, effettivamente
adeguato ad una piena attuazione della L 508/99. Così come sarebbe
altrettanto (se non di più) auspicabile il progetto di Licei e Istituti
superiori che potessero contenere al loro interno un "indirizzo musicale",
così come accade oggi nelle nostre SMIM. Questo, effettivamente,
garantirebbe una diffusione di cultura musicale molto più della sola
istituzione di un liceo musicale.

Insomma, non vedo contradditorietà o necessità di esclusività fra i due
progetti.
Vorrei a questo punto invece capire meglio le posizioni del Coordinamento e
anche quelle del Codim (anche se queste ultime appaiono già più chiare).

Certo, poi bisogna fare i conti con la realtà: a chi ci sta proponendo (il
governo) un tozzo di pan secco e un piatto di lenticchie si andrebbe invece
a rivendicare un banchetto imperiale... ma perchè no? Questi sono sempre i
presupposti di qualunque trattativa.
Penso invece che il problema sia avere una maggiore chiarezza al nostro
interno (come docenti del settore musicale) e intendimenti e obiettivi
comuni piuttosto che divisi.

Grazie di nuovo per eventuali (auspicate) risposte

Rossella

mercoledì 10 dicembre 2008

Ciro a Rossella e sul CODIM (2 puntata)

Ciao Rossella,
è vero, sarebbero necessari spazi ben più ampi di discussione che purtroppo come prassi sono invece diventati inesistenti.

Nel caso specifico, però, direi che il lavoro era stato fatto e non era rimasto nelle comunicazioni private tra me e Pietro.
Il documento è ancora in rete. Il link, che riporto per comodità di chi volesse dargli un'occhiata è http://www.comusica.altervista.org/documenti/petizione_riordino.pdf (state attenti se va a capo a batterlo intero), è presente nella pagina delle NEWS, solo che bisogna scorrerla un bel po' perchè è inserito tra le proposte per l'a.s. 2006/07 .
In quel periodo il documento fu posto (dopo un approfondito lavoro di stesura a cui Pietro ha partecipato attivamente, direi che la bozza era più sua che mia) all'attenzione di tutti e prima di emanarlo lo avevo segnalato a tutti gli aderenti per chiedere la segnalazione di eventuali punti di contrasto e successivamente fu consegnato ed inviato si formalmente dal sottoscritto che da Pietro alla presidenza della VII Commissione della Camera e ad altri soggetti istituzionali.

Direi che ripartire dalla lettura di quel testo può essere utile.

Per quel che riguarda il possibile avvio dei Licei, ci possono sicuramente essere punti di contrasto e non scommetterei sul fatto che all'ultimo momento non ci siano spiacevoli sorprese, ma la discussione è stata decisamente ampia. Ricordo a naso che sono stati pubblicati gli atti del Convegno di Caserta della Rassegna Nazionale della SMIM del 2005 dedicata a quel tema e che anche un Convegno della SIEM a Rimini fu interamente dedicato al Liceo Musicale (credo che gli atti siano in rete). Non si contano i lavori in proposito anche se è vero che poi un conto è discutere sulle finalità, gli obiettivi, ecc... mentre sulle forme di realizzazione (reclutamento del personale, classi di concorso, ecc... ) tutto è rimasto totalmente nel vago.

A questo punto resta utile discutere sul loro possibile avvio, ma i tempi sono quelli che sono e, vista la scelta di spostare la data delle iscrizioni, l'impressione è che non si possa rimettere in discussione l'impianto complessivo, mentre credo ci siano spazi notevoli per poter influenzare le modalità applicative.
Sia chiaro che nel concreto a tal fine stiamo agendo, utilizzando tutti i contatti che i nostri aderenti ci consentono, così come facemmo con il documento elaborato nel 2006, senza dimenticare che molto si sta facendo anche per scongiurare l'unificazione delle classi di concorso e per proporre modifiche in relazione alle specialità strumentali (ma questo è un lavoro che, per correttezza, faremo tra gli aderenti al Coordinamento).


A presto,
Ciro.

Rossella a Ciro e Pietro

Ciao Ciro e ciao Pietro,

mi rivolgo a entrambi innanzitutto per avere maggori chiarimenti su quanto
sto leggendo sulla lista in questi giorni (creazione del Codim e problema
dell'istituzione del Liceo Musicale) e anche per comunicarvi giusto due mie
considerazioni, così "a caldo" e, verosimilmente, con ancora troppo poche
informazioni.

Mi sembra molto plausibile l'analisi fatta da Ciro circa le motivazioni di
creazione di un nuovo comitato, ma da "esterna" mi riesce ancora più
difficile capire se il punto di divergenza è realmente una questione di
contenuto o cos'altro.

La questione nodale mi sembra quella dei Licei Musicali e su questo vorrei
dire a Pietro che concordo totalmente con la sua analisi e potrei aderire al
Codim proprio per questo. Peraltro ancora non l'ho fatto perchè ho invece
forti perplessità sull'opportunità di creazione di un altro organismo e
concordo perfettamente con Ciro quando dice che una frammentazione porta a
una situazione complessiva (per la "categoria") di maggiore debolezza. (e,
giusto a proposito di "categoria", c'è anche da chiedersi quanto sia
produttivo arroccarsi in organismi rappresentativi solo della nostra
categoria, che oltretutto pone davvero la questione se possa considerarsi
come un'entità unica, viste piuttosto le numeroe frammentazioni e guerre tra
poveri fomentate dal caos normativo... Pertanto le precisazioni di Ciro, in
merito ad una apertura con le altre componenti dei percorsi di studio
musicali, le trovo fondamentali )

A Ciro però vorrei chiedere dove possiamo leggere questo documento sui licei
musicali emerso da un vostro dialogo: sul sito del Coordinamento non mi
sembra che ci sia, ma, se è solo per mia imperizia che non l'ho trovato,
potresti comunque segnalarne il link?

Infine azzardo un'osservazione: probabilmente movimenti di scarsa coesione
derivano anche da una mancanza effettiva di spazi di confronto. La
comunicazione internettiana non è notoriamente sufficiente per crearli. La
questione dei Licei Musicali posta all'attenzione dal Blumetti mi sembra
fondamentale e probabilmente necessiterebbe di uno spazio di riflessione e
confronto anche fra tutti noi. Probabilmente il Coordinamento potrebbe dare
l'impulso per crearne e aumentare la propria "vitalità" anche grazie a ciò
(immagino già Ciro la tua risposta o il tuo pensiero in merito: si fa in
fretta a lanciare idee e proposte, altra cosa è renderle fattive... :-)) Ok,
è vero, ma magari iniziamo a parlarne...).
I convegni, ad esempio, sono momenti importanti ma non sempre esaustivi per
garantire effettivi spazi di confronto per tutti. (Tra l'altro, mi sembra
che il pur bello e nutrito programma del convegno di Roma appena svolto non
toccava, per l'appunto, il problema dei licei musicali).
Situazioni anche meno formali potrebbero invece risultare più utili in tal
senso.

Per ora mi fermo qui.
Grazie per evntuali risposte e cari saluti

Rossella

Ciro commenta il CODIM (1 puntata)

Salve a tutti,
mi scuso per il ritardo ma, come avevo avuto modo di dire, la settimana
trascorsa è stata fitta di impegni.

Cerco adesso di recuperare, anche se le questioni sono molte e decisamente
complesse.
Per evitare di tediarvi direi che non conviene mettere troppa carne al fuoco
e cercherei di affrontare le questioni singolarmente.

Partirei dall'analizzare l'opportunità o meno di creare un nuovo organismo,
nel caso specifico il CODIM.
Detto che personalmente considero positiva la volontà di impegnarsi, mi
permetto di porre alcune questioni e di fare un appunto iniziale.

L'appunto è che non trovo corretto parlare di un Coordinamento di Ciro
Fiorentino. Il Coordinamento è di oltre 2700 docenti, io sono solo un
referente, e vi garantisco che non si tratta di una forma di falsa modestia.
Il numero di persone che a vari livelli si da da fare ( a cominciari dagli
altri referenti che a livello locale svolgono un ruolo non meno importante e
complesso del mio) è molto maggiore di quello che può apparire. Non tutti
amano le mailing-list e motli preferiscono operare nel loro piccolo, dando
una mano, organizzando iniziative, supportando i colleghi o lavorando in
campo didattico. Stabilire chi lavora di più e chi meno è inutile, ciò che
conta è che l'apporto di molti produce un impegno notevole nel suo
complesso.
A tutti costoro va sempre la mia personale riconoscenza per il lavoro svolto
in questi anni.

Ma veniamo ai dubbi.
E' vero che è un po' contraddittorio affermare che ci si propone come un
supporto del Coordinamento e nello stesso tempo ci si definisce l' "unico
importante organismo rappresentativo di riferimento ...", ma credo che la
frase sia infelice nella formulazione più che nel contenuto.
Ciò che resta ovvio è che se si costituisce un nuovo organismo, le
possibilità sono due:
- si ritiene che ci siano delle esigenze che non trovano una adeguata
rappresentanza (la scelta di caratterizzarsi unicamente per la
rappresentanza dei docenti di strumento, potrebbe essere valida, io ci ho
sempre tenuto a sottolineare che il Coordinamento dell'Orientamento Musicale
pur partendo dal punto di vista delle SMIM intende conciliare le proprie
proposte con l'intero arco delle professinalità musicali)
- se si concorda sulle rivendicazioni, si ritiene non adeguato chi le
rappresenta.

Sia chiaro, non trovo offensiva nessuna delle due possibilità.
Ma è chiaro che è su questo che si deve discutere, scegliendo anche l'ambito
in cui si intende farlo.
Se si è scelto di usare questa mailing-list, di emanare una piattafroma
rivendicativa e di attivare un nuovo organismo è chiaro che si è già
risposto che una delle due deve esserci, altrimenti si sarebbe scelto, come
già avvenuto in passato, di chiedermi non attraverso questa mailing list, ma
tramite i canali del Coordinamento, di elaborare un documento che potesse
essere rappresentativo dell'intero Coordinamento.
Sui temi in questione, tra l'altro, esiste già un documento frutto di mesi
di lavoro che porta la mia firma ma che è stato il prodotto di un intenso
scambio con Pietro.
Ora mi pare di capire, visto che sottolinea di non volere contrastare
l'opera del Coordinamento che ci siano delle valutazioni diverse sui
contenuti.
Forse sarebbe utile ripartire da li, dal documento già elaborato, valutando,
se si ritiene di aver cambiato opinione o che siano intervenuti fatti che ne
richiedono l'aggiornamento, quali modifiche è necessario apportare.

Se invece non si ritiene utile un confronto sui contenuti (per motivi
diversi, ristrettezza di tempi, non voglia di mediare sulle proprie
posizioni, ecc... ) è chiaro che si porta avanti, del tutto legittimamente,
la posizione propria e di quanti ritengono utile appoggiare tale posizione.
Ciò però, inevitabilmente indebolisce le posizioni, in quanto segna una
frattura e quindi ognuno dei due soggetti (Coordinamento e CODIM) finirà per
essere meno rappresentativo per l'entità dell'altro e non viceversa, come si
pensa, che le forze si sommano.

(fine della prima puntata)

A presto,
Ciro.

Nasce il CODIM

Il Comitato dei docenti dell'indirizzo musicale
CODIM


si configura (insieme al Coordinamento istituito da Ciro Fiorentino) quale unico importante organismo rappresentativo di riferimento per tutti i docenti della nostra categoria.

Il CODIM, concentrando proprio a Roma i docenti che l'hanno ideato e costituito, potrà contribuire in modo diretto a svolgere quel fondamentale ruolo di rappresentanza delle nostre istanze professionali che da anni sviluppiamo e portiamo avanti.

Naturalmente il CODIM è anche un punto di incontro per tutti i musicisti e gli operatori del settore Musica, oltre che di qualsiasi cittadino che ritenga non possa esistere un paese civile privo completamente di una vera cultura musicale; in cui nessuno saprà più suonare uno strumento nè leggere un brano musicale; privo di orchestre e con teatri ed auditori sempre più deserti.

Un paese privo di Musica!

Siamo ormai molto vicini a tale desolante realtà.

C'è dunque tantissimo da fare: per prima cosa è indispensabile conferire stabilità e dignità al nostro lavoro ed alla nostra professionalità!

Riteniamo molto urgenti due questioni da risolvere:
una è relativa ai Corsi ad indirizzo musicale nella scuola media; l'altra riguarda i Licei musicali.

In merito ai Corsi ad indirizzo musicale (ancora pochissimi e del tutto facoltativi):
devono invece divenire, in giusta percentuale, obbligatori; perchè in questo paese ci dovrà pure essere qualcuno che conserverà e tramanderà il patrimonio storico ed artistico espresso attraverso la musica; un patrimonio che la nostra Costituzione dispone di tutelare e sviluppare, ma che invece sta sparendo ad una velocità spaventosa; lasciando tutti più poveri.

Basterebbe istituire almeno due corsi obbligatori per distretto scolastico!

Per quanto concerne i Licei musicali, che avrebbero dovuto essere istituti 10 anni fa (quando la L. 508/99 ha trasformato i Conservatori in istituti di livello esclusivamente universitario), questi semplicemente ancora non esistono.

Eppure solo i Licei musicali potranno costituire l'indispensabile anello del percorso di studi musicali che collegherà le scuole medie ad indirizzo musicale con l'eventuale prosecuzione di tali studi nei conservatori ("istituti universitari").

Ma in realtà ancora oggi nessuno capisce cosa i Conservatori siano diventati, avendo in sostanza mantenuto sia il vecchio che il nuovo ordinamento; il caos normativo resta totale: ogni istituto fa quello che vuole (una assurda realtà che sfugge ad ogni logica e che poteva trovarsi solo nell'Italia di oggi).

Cosa però ulteriormente grave è l'idea del ministro Gelmini di voler creare i "Licei musicali e coreutici" quali unici licei in cui si potrà studiare musica (secondo il modello proposto dalla Moratti).

In tale veste il Liceo musicale finirà per sferrare il colpo di grazia agli Studi musicali ed alla cultura del nostro paese; in quanto, all'interno del generale quadro educativo offerto dalla scuola secondaria, si configureranno come istituti "professionali": dei "nuovi vecchi" piccoli conservatori, destinati a chi (a soli 14 anni) avrà deciso di intraprendere da grande la professione del musicista.

È del tutto evidente che in tal modo si tradirà completamente il senso e la ragione profonda della legge 508/99 di riforma dei conservatori; una norma che sembrava cambiare radicalmente il concetto di cultura nel nostro paese (per cui la musica era finalmente riconosciuta come patrimonio di ogni persona e non solo come scienza elitaria o destinata soltanto ai futuri musicisti).

A presto.

Pietro Blumetti. Mario Madonna, Luca Verzulli